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Criticità Ambientali nel Territorio Pordenonese

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FRIULI VENEZIA GIULIA

Buona parte del FVG e della nostra provincia sono parte integrante della Pianura Padana,

una delle zone più inquinate del pianeta e dove coesistono:

• un esteso traffico veicolare,

• numerose industrie insalubri come Acciaierie, Fonderie, Cementifici, Inceneritori, ecc.,

• un’agricoltura industrializzata che impiega tonnellate di pesticidi ed altri presidi sanitari,

• il riscaldamento degli edifici per buona parte dell’anno,

• numerose basi militari italiane e straniere,

• la presenza, specie nella pedemontana pordenonese, di importanti quantità di radon

• un grande numero di abitanti che beve l’acqua del proprio pozzo

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TERRITORIO PORDENONESE

1. Inquinamento atmosferico outdoor nella zona del mobile

2. Inquinamento indoor da radon nella pedemontana pordenonese

3. Incenerimento rifiuti solidi urbani e speciali nella pedemontana pordenonese

4. Inquinamento delle falde acquifere e dei corsi superficiali nel medio basso pordenonese

INQUINAMENTO ATMOSFERICO

OUTDOOR E INDOOR

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PARTICOLATO

Può essere generato da fenomeni naturali, come l’erosione del suolo, o più comunemente:

•dai gas di scarico delle automobili

•dall'inquinamento degli impianti industriali

•dalla combustione non industriale

•Per essere dannoso alla salute il PM deve avere un diametro minore di 10 micron (PM10) e diventa inalabile mentre le particelle con un diametro inferiore a 2,5 micron (PM2,5) sono respirabili (arrivano fino agli alveoli polmonari) e ad esse sono correlati i maggiori danni alla salute

• L’efficienza dei filtri di abbattere particelle più piccole di 0,5 -0,8 micron è minima.

PARTICOLATO ULTRAFINE

Il particolato ultrafine (PM 0,1) è costituito da nanoparticelle (fibre, particelle carboniose, metalli, silice, inquinanti liquidi o solidi) che, non essendo catturate efficientemente dai dispositivi di controllo dell’inquinamento atmosferico sono trasportate a lunghissima distanza e sono in grado di attraversare tutte le principali barriere biologiche dell’organismo umano.

Tra l’altro è accertato che più è alta la temperatura di combustione più si ha la formazione di particolato ultrafine non biocompatibile, in grado di penetrare nelle cellule.

Per il PM ultrafine  l’organismo non possiede alcuna possibilità di rimozione. 

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ALTRI INQUINANTI

Gli altri inquinanti più conosciuti e più comuni sono i metalli pesanti, CO2, CO, diossine, composti organici volatili, ossidi di azoto e di zolfo ed ozono.  

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fonti di Diossine

Inceneritori di rifiuti: municipali, pericolosi, medicinali, industriali, cimiteriali

Processi Metallurgici: Rame, Secondario, zinco e alluminio, impianti di sinterizzazione (ferro e acciaio)

Combustioni all’aperto (sopratutto di rifiuti)

Fanghi di depurazione in agricoltura….

Combustioni domestiche, caldaie industriali, combustioni di legna e biomasse

Produzioni chimiche (CVM, PVC, CloroSoda….)

Rifiuti pericolositrattati in forni di Cementifici

Polpa e Carta…..Etc. Etc. Etc.

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DIOSSINE

La maggiore quantità di diossine a cui ciascuno di noi è esposto si trova nel cibo che mangiamo.

La quantità di diossine assorbite per inalazione d'aria è molte volte minore della quantità assorbite con gli alimenti.
Le diossine sono caratterizzate da una elevata stabilità chimica e da un'alta affinità con le sostanze grasse (tempi di dimezzamento 7-10 anni nel tessuto adiposo, da 25 a 100 anni sotto il suolo). Grazie a queste caratteristiche, le diossine, anche se inizialmente disperse nell'ambiente, dopo la loro emissione si concentrano lungo la catena alimentare, in particolare nel pesce, nella carne, nei latticini, nel latte, compreso quello materno. Pertanto, le diossine che escono dall'impianto si accumulano progressivamente nell'ambiente, e primo o dopo ce le ritroviamo nei nostri cibi.

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Nel 2008 sempre a cura della Provincia di Pordenone veniva pubblicato “BIOMONITORAGGIO DI METALLI MEDIANTE LICHENI IN CINQUE AREE CAMPIONE DELLA PROVINCIA DI PORDENONE: STATO ATTUALE E CONFRONTO CON I DATI DEL 1999” a cura di Mauro Tretiach ed Elena Pittao. Riporto le conclusioni:

Il territorio in questione è interessato da alcuni fenomeni di inquinamento localizzato, con due zone più estese con valori in classe 5 in corrispondenza rispettivamente dell’area industriale di Maniago e nella zona a cavallo delle aree C ed E, compresa tra l’area industriale del Cosa (area C) e l’insediamento delle fornaci Nuovo Crovato.

Nelle conclusioni del primo rapporto preliminare (2013) del Progetto di biomonitoraggio attivo e passivo della deposizione di elementi in traccia e IPA mediante licheni intorno al Cementificio Cementizillo a cura della dott.ssa Daniela Kodnik e verificato e approvato dal prof. Tretiach dell’Universita degli studi di Trieste, rapporto derivante dalla convenzione tra la Cementizillo spa e il Dipartimento di Scienza della Vita dell’UNITS, si evince:

 Rispetto agli studi precedenti, nella Zona A tre elementi (Al, Cr e MN) hanno fatto registrare un aumento della mediana.

Il risultato indica un settore sud-occidentale dove diversi elementi ricadono nelle classi di alterazione alta o molto alta. L’indagine tramite licheni alloctoni ha sempre evidenziato il settore sud occidentale (zona industriale di Maniago) come quello critico.

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INQUINAMENTO DELLE ACQUE  SUPERFICIALI E PROFONDE

ACQUA

L’indicatore “qualità dell’acqua destinata al consumo umano” è diventato sempre più rilevante nella valutazione dello stato sanitario di un paese.

•Inquinanti microbiologici

•Inquinanti chimici

NEMICI DELL’ACQUA

I nemici principali della qualità dell’acqua sono:

•gli scarichi industriali

l’impiego agricolo di pesticidi e fertilizzanti

•gli scarichi domestici

•il nostro armadietto delle medicine

PESTICIDI

DEFINIZIONE

Un pesticida è una qualunque sostanza utilizzata per prevenire, allontanare o uccidere un insetto, fungo, roditore, erbaccia, ecc.

I pesticidi comprendono un gruppo vasto e diversificato di sostanze che possono essere classificate in numerose categorie a seconda dell’azione esplicata: si distinguono, ad esempio, gli insetticidi, i fungicidi, gli erbicidi, i ratticidi, i larvicidi, i repellenti, i disinfettanti.

I pesticidi, da un punto di vista normativo, si possono distinguere in:

prodotti fitosanitari, che sono le sostanze utilizzate per la protezione delle piante e per la conservazione dei prodotti vegetali

biocidi, che trovano impiego in vari campi (disinfettanti, conservanti del legno, pesticidi per uso non agricolo, antiincrostanti, ecc.).

Dal punto di vista dei residui nelle acque, la distinzione non è più possibile in quanto una stessa sostanza può essere sia un biocida sia un prodotto fitosanitario e si usa il termine pesticidi, che comprende tutte le sostanze utilizzate per combattere gli organismi nocivi.

VIE DI CONTAMINAZIONE

•Rischio Professionale

• Rischio Ambientale:

 1. esposizione

 2. alimentazione    

Questi composti sono molto affini ai grassi e vanno a depositarsi nel tessuto adiposo; sono biodegradabili in tempi molto lunghi, e quindi con una lunga persistenza nell'organismo.

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INQUINAMENTO DA PESTICIDI

•Effetti tossici acuti e a lungo termine

•Effetti tossici sul sistema riproduttivo

•Effetti teratogeni

•Effetti mutageni

•Effetti cancerogeni

GLIFOSATE

Trattasi di un erbicida, non selettivo impiegato sia su colture arboree che erbacee e aree anche non destinate alle colture agrarie (industriali, civili, argini, scoline, ecc.), appartenente alla classe chimica dei fosforganici-fosfonati. E’ stato osservato un effetto diretto del glifosate  sui meccanismi iniziali della morfogenesi in embrioni di vertebrati che apre preoccupazioni per conseguenze cliniche sulla prole umana in popolazioni esposte al Glifosate nelle attività agricole*.

*Paganelli A, Gnazzo V, Acosta H, López SL, Carrasco AE. Glyphosate-based herbicides produce teratogenic effects on vertebrates by impairing retinoic acid signaling. Chem Res Toxicol. 2010 Oct 18;23(10):1586-95. doi: 10.1021/tx1001749. Epub 2010 Aug 9.

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EFFETTI SULLA SALUTE RICONDUCIBILI ALL'AZIONE DI 

INTERFERENTI ENDOCRINI

• disfunzioni ormonali (specie alla tiroide)

• sviluppo puberale precoce

• diminuzione fertilità maschile

• aumento abortività spontanea e di gravidanza extrauterina

• disturbi autoimmuni

• aumentato rischio di criptorchidismo e ipospadia

• diabete/ alcune forme di obesità

• elevato rischio di tumori

• deficit cognitivi e disturbi comportamentali

• patologie neurodegenerative

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PREVENZIONE PRIMARIA

Un uomo intelligente
risolve i problemi,
un uomo saggio
li evita.

A. Einstein

Convegno ISDE, Udine, 28 Novembre 2009

Come proteggere le nuove generazioni dai rischi ambientali: certezze, incertezze, interventi possibili

Giorgio Tamburlini

Le sfide del fare

• Affrontare le esposizioni che portano a danni certi e rilevanti

• Considerare il rapporto benefici/rischi

• Applicare il Principio di Precauzione nella misura del possibile

• Continuare a monitorare esposizioni ed effetti

• Introdurre nuovi stili di vita

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In una situazione d’incertezza scientifica, pretendiamo un approccio di gestione dei rischi che esprima l’esigenza di un’azione, a fronte di un rischio proporzionalmente grave, senza attendere i risultati della ricerca scientifica.

PRINCIPIO DI PRECAUZIONE

  Il Principio di Precauzione è il principio generale del diritto comunitario che fa obbligo alle autorità competenti di adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire taluni rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l'ambiente,

facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione di tali interessi

sugli interessi economici

Trattato UE: TITOLO XIX - AMBIENTE, è stato introdotto dall'articolo 174, è stato recepito nel decreto legislativo n. 152 del 2006 articolo 301, comma 1 e nel decreto legislativo n. 150 del 2012 articolo 2, comma 2,

e confermato in molte sentenze della Corte Europea, es.

(Trib. CE, Seconda Sezione ampliata, 26 novembre 2002, T-74/00 Artegodan)

PREVENZIONE PRIMARIA

Troppo spesso viene identificata la prevenzione del cancro con la sua diagnosi precoce, (possibile tramite screening solo per alcune forme di tumore): questa confusione dei termini distrae dal concetto che la vera prevenzione del cancro, e di molte altre malattie cronico-degenerative, consiste nella

 Prevenzione Primaria,

ossia

nella riduzione della esposizione di tutta la popolazione agli agenti cancerogeni, mutageni e teratogeni, con particolare riferimento alla protezione dei soggetti più vulnerabili e suscettibili

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