Vivere con i reumatismi.... si può

ARTROSI : la lotta comincia dall’informazione

L’Artrosi è una malattia articolare cronica caratterizzata da lesioni degenerative e produttive a carico della cartilagine delle articolazioni mobili. E’ una malattia estremamente diffusa , probabilmente la forma morbosa più comune in assoluto nella seconda metà della vita. In Italia ne sarebbero affette 9-10 milioni di persone (quasi il 20% della popolazione) con una leggera prevalenza del sesso femminile soprattutto dopo i 55 anni, età in cui le donne diventano più vulnerabili degli uomini a causa della menopausa. Il fatto che oggi si viva fortunatamente più a lungo sta facendo aumentare il numero di persone che ad una certa età vengono colpite dall’artrosi.

I costi medici, sociali, assistenziali e previdenziali sono altissimi

Si possono distinguere due varianti cliniche di artrosi: l’artrosi primaria o idiopatica e l’artrosi secondaria (es. malformazioni, traumi ecc.).

La malattia rappresenta una delle principali cause d’invalidità nell’anziano e si manifesta spesso con il dolore (meccanico risvegliato dal movimento e che si calma con il riposo e assente nelle ore notturne), l’infiammazione, la rigidità articolare e la limitazione funzionale cioè la difficoltà ad eseguire movimenti anche banali come camminare e vestirsi.

L’artrosi attacca di preferenza le grandi articolazioni dell’anca e del ginocchio che sopportano il peso del corpo e poi le mani, i piedi e la colonna cervicale e dorsale. Vengono risparmiate di più le spalle, caviglie, polsi e gomiti.

Il Condrocita è la cellula della cartilagine che viene colpita all’inizio del processo dell’artrosi e che perde la capacità di riparare la cartilagine stessa provocando dei cambiamenti nell’articolazione :

  1. il processo artrosico inizia dalle cartilagini poi si estende a tutta l’articolazione colpendo la membrana sinoviale e le ossa (microfratture).Qui iniziano i primi dolori
  2. le cartilagini articolari dello spessore di pochi mm rivestono i capi ossei separati fra loro da un piccolo spazio e all’inizio dell’artrosi diventano più sottili, secche e fragili
  3. i due capi ossei non scorrono più così bene
  4. si formano nell’osso caverne (geodi) e becchi ossei (osteofiti)
  5. contrattura muscolare e distensione dei legamenti

Condizioni che favoriscono l’artrosi (fattori di rischio)

Obesità e soprappeso che impegna le articolazioni portanti (anche e ginocchia)

Fattori Ormonali (menopausa, diabete)

Atteggiamenti viziati (es. lavoro al computer o alla scrivania)

artrosi professionali (es. microtraumi come le spalle e i gomiti per i lavoratori addetti ai martelli pneumatici)

traumi sportivi

Forme più frequenti di artrosi

Artrosi del ginocchio

Frequente e invalidante perché rende difficile camminare, salire o scendere le scale e alzarsi da una sedia. Colpisce soprattutto le persone sovrappeso e sedentarie

Artrosi dell’anca

Compare dopo i 50 anni con dolori inguinali. Rende difficile infilarsi le scarpe o le calze, camminare su terreni accidentati, allargare le gambe, ecc.

Artrosi cervicale

Può causare mal di testa con tensione alla nuca e al collo e si fa fatica a “ girare il collo “. A volte può essere anche asintomatica

Artrosi Lombare

Il dolore cresce con l’esercizio fisico , con lo stress prolungato o quando si sta troppo a lungo in piedi, mentre diminuisce con il riposo

Artrosi della mano

Colpisce spesso le mani di artigiani, manovali, sarte e orologiai e di chi lavora molto con le tastiere del computer. Diventa sempre più difficile pettinarsi, lavarsi, radersi, allacciare i bottoni e cambiare una lampadina

Esami strumentali

Accanto alla tradizionale radiografia in alcuni casi selezionati si ricorre alla TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) o alla RMN (Risonanza Magnetica Nucleare). Soprattutto per il ginocchio viene a volte utilizzata l’Artroscopia. Ricordiamo però che il giudizio del Medico è il vero esame insostituibile.


Farmaci a disposizione

La cura è stata fino ad oggi mirata ad alleviare i sintomi con farmaci che agiscono sull’infiammazione e sul dolore come i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) che comprendono molte sostanze. Questi farmaci non arrestano la malattia che continua a progredire e non possono essere utilizzati con regolarità per un lungo periodo per problemi di tollerabilità.

Altre terapie consistono nella iniezione intra-articolare (cioè direttamente all’interno) di farmaci.

Esiste poi una categoria di farmaci detti “Condroprotettori” in grado di rallentare o addirittura bloccare il processo degenerativo artrosico della cartilagine. Sono farmaci ben tollerati e possono essere somministrati per un lungo periodo di tempo.


Terapia Chirurgica

Quando le lesioni articolari diventano sempre più gravi o invalidanti si deve spesso ricorrere alle protesi totali dell’anca e del ginocchio.

Fra le terapie non chirurgiche vanno considerati anche i collari, i corsetti, i bastoni e i tutori che servono a correggere, proteggere e sostenere le articolazioni colpite.


Vengono impiegate anche :

  • La terapia Fisica (marconiterapia, radarterapia,ultrasuoni ecc.)
  • Fisiochinesiterapia
  • Fangobalneoterapia

Stile di vita Adeguato

  • dormire su un letto rigido
  • evitare di stare a lungo in piedi o seduti durante il lavoro
  • effettuare spesso delle pause dalla guida dell’auto
  • quando si solleva un peso piegare le ginocchia e non il tronco
  • proteggersi dai bruschi sbalzi di temperatura
  • l’esercizio fisico moderato alternato con pause di riposo è molto utile
  • il nuoto in età scolare è molto utile per prevenire i problemi alla colonna
  • l’immobilità è sempre dannosa

In conclusione questo è il decalogo contro l’artrosi :

  • Non rimanere inattivi
  • Svolgere un’attività fisica adeguata senza strafare
  • Ricordare sempre che il dolore è un segnale
  • Usare bene il caldo: cioè scaldare i muscoli prima di uno sforzo
  • Mantenere una postura corretta
  • Proteggere le articolazioni da urti, colpi e traumi
  • Controllare il peso
  • Alimentarsi bene (frutta e verdura)
  • Non fare autoprescrizione di farmaci
  • Non è sufficiente controllare il dolore, ma bisogna cercare di bloccare la malattia